Criptovalute e fisco
Un tema delicato da valutare in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi è quello degli investimenti nelle cd. Criptovalute
L’Agenzia delle Entrate ha espresso la propria posizione con la risposta all’istanza di interpello n. 788 del 24.11.2021. Secondo l’Ufficio, le valute virtuali sono assimilate a valute estere detenute all’estero. Ciò comporta la necessità di monitorarle nel quadro RW della dichiarazione dei redditi delle persone fisiche, attraverso l’indicazione del loro ammontare.
Inoltre, vi è la conseguente necessità di valutarne l’imponibilità nel quadro RT ai sensi della lett. c-ter dell’articolo 67 Tuir, relativamente alle plusvalenze che dovessero emergere in sede di compravendita delle valute stesse. Sul tema si è anche espressa la Commissione Tributaria Regionale del Veneto con la sentenza n. 1505/2/2021 del 6.12.2021.
In estrema sintesi, a parte i profili reddituali, l’Agenzia chiede la compilazione del quadro RW. Se le valute virtuali non fanno emergere profili reddituali, la compilazione del quadro RW non porta costi di tipo fiscale, atteso che sulle valute virtuali non è dovuta Ivafe.
È giusto fare una precisazione: dichiarare di possedere criptovalute non obbliga necessariamente il pagamento di tasse. Al contrario, se all’interno dei nostri wallet, cioè nel nostro portafoglio elettronico, considerato l’equivalente di un deposito tradizionale ai fini dell’articolo 67, la giacenza è superiore a € 51.645,69 per 7 giorni consecutivi, siamo obbligati al pagamento di un’imposta sostitutiva del 26% in caso di prelievo.
Chi non dichiara le proprie monete virtuali commette un reato, che a seconda della gravità dell’illecito, può essere di tipo amministrativo o penale. A causa del mancato monitoraggio fiscale, si rischia di pagare una sanzione che va dal 3 al 15% dell’importo non dichiarato del valore finale. Oppure, dal 6 al 30%, se siamo in situazioni di blacklist oppure paradisi fiscali.
Un altro errore che si sconsiglia di commettere è dichiarare solo in parte le proprie criptovalute. Anche in questo caso, si commette un illecito, che a particolari condizioni può divenire reato. Ciò, il più delle volte, accade affidandosi a professionisti poco esperti o addirittura improvvisati. Un commercialista serio ed abilitato alla difesa tributaria, difficilmente ti dirà di non dichiarare perché non c’è una legge. E’ importante inoltre tenere sempre traccia di quello che facciamo. Suggeriamo di stampare periodicamente dagli Exchange la reportistica delle operazioni, oppure utilizzare un file Excel dove annotare tutte le vostre attività in criptovalute. Questo protegge da eventuali verifiche future. Infatti i controlli delle autorità fiscali vanno indietro di molti anni, e potreste benissimo non ricordare una determinata operazione che risale a molto tempo fa. In questo modo invece, è tutto tracciato.
Lo Studio è a disposizione per l’eventuale consulenza in materia.